Al Festival di Cannes Kristen Stewart arriverà giusto per la chiusura, a fianco di Juliette Binoche e Chloe Moretz nel film di Olivier Assayas Clouds of Sils Maria, ma intanto al Marché du Film è passato un piccolo film indipendente che la vede assoluta protagonista: Camp X-Ray. Ambientato nel 2008 nella famigerata prigione/lager di Guantanamo per sospetti terroristi, racconta l’esperienza di una giovane recluta nel più discusso dei tre campi presenti nell’area, quello destinato in seguito ad essere chiuso.
Il film non segue né la strada facile del nonnismo machista (vedi Soldato Jane) né quella prevedibile (e ragionevole) del cinema d’inchiesta alla Redacted: gli anni e le inchieste hanno evidentemente creato lo spazio per costruire sul tema un tradizionale melò interculturale, in cui le violenze fisiche ai prigionieri restano sullo sfondo rispetto alle loro conseguenze psicologiche e alla storia minima di un uomo e una donna. Si intuiscono giusto dai rapporti scarabocchiati a penna che la protagonista scova per sbaglio o dalle cicatrici rimarginate, sotto la doccia.
La Stewart è Amy, una ragazza di minuscola provincia che si arruola nell’esercito per istinto e nebuloso idealismo. “Volevo fare qualcosa che contasse, e poi altri ragazzi del mio paese l’avevano fatto prima di me” dice ad Alì, il prigioniero musulmano che la chiama “Blondie” (Payman Moaadi, il protagonista iraniano di Una separazione) e cerca di instaurare con lei un rapporto personale e un canale di comunicazione privato. Un legame che cresce faticosamente tra il cortile della prigione e la porta della cella, all’ombra di comprimari monodimensionali e accessori: commilitoni bruschi e immaturi, e detenuti (così devono essere chiamati, le spiega il sergente, e non “prigionieri”, poiché questi ultimi godrebbero dei diritti garantiti dalla Convenzione di Ginevra) fuori controllo, letteralmente ringhianti.
Amy annusa i suoi colleghi, partecipa ai party organizzati dai superiori, quasi finisce a letto con uno di questi. Ma pian piano la violenza banale e gratuita somministrata regolarmente e senza clamore ai prigionieri (i letti senza cuscini, le notti tutte con la luce accesa, le docce in pubblico, l’alimentazione forzata, gli interrogatori casuali) la avvicinano ad Alì.
Il messaggio ovvio è l’invito alla mediazione culturale, al passo di entrambe le parti nella stessa direzione. È chiaro che Amy comunica e comprende Alì perché Alì si comporta come un occidentale, cioè segue schemi mentali e linguistici, ed ha perfino gusti, occidentali (è angustiato perché tra i libri che gli vengono forniti non c’è l’ultimo libro della saga di Harry Potter!). In questo il film è molto più didattico che coraggioso: la scelta di usare un approccio morbido alla cronaca e un’icona americana per ragazzi come centro narrativo, definisce il suo pubblico.
La Stewart, che poi è la ragione per cui il film ha trovato i finanziamenti, e Moaadi sono bravi, e in particolare la ex-Bella di Twilight continua a bucare lo schermo anche fuori dal recinto young adult, dimostrando di meritare buoni copioni e tenere in piedi quelli mediocri. Qui, tra l’altro, si spende in almeno tre sequenze toste: spacca una lattina di birra a testate, si becca una doccia di escrementi, e poco prima un paio di sputi e un calcio sui denti. Sembra insomma avere una gran voglia di mettersi in gioco.
At the Cannes Film Festival Kristen Stewart will come right to the end , alongside Chloe Moretz and Juliette Binoche in the film by Olivier Assayas Clouds of Sils Maria , but in the meantime at the Marché du Film is past a small independent film that sees the main protagonist : Camp X -Ray. Set in 2008 in the infamous prison / concentration camp at Guantanamo Bay for terror suspects , says the experience of a young recruit in the most discussed of the three fields in the area, the one destined to be closed as a result .
The film follows neither the easy road of macho hazing (see GI Jane ) nor predictable ( and reasonable) to the film Redacted investigation : the years and the inquiries have apparently created the space to build on a traditional melodrama intercultural where physical violence to the prisoners remain in the background than their psychological consequences and history of at least one man and one woman. You sensed right from the reports scribbled in pen that locates the protagonist accidentally or by the scars healed, in the shower.
Stewart is Amy , a girl from the tiny province who joined the army to instinct and vague idealism . "I wanted to do something that mattered , and then the other guys in my country had done before me ," he says to Ali , the Muslim prisoner who calls her " Blondie" ( Payman Moaadi , the protagonist of Iran's A Separation ) and seeks to establish a relationship with her staff and a private communication channels . A bond that grows hard between the prison yard and the door of the cell , in the shade of one-dimensional actors and accessories : abrupt and immature fellow soldiers , and prisoners ( so they must be called, the sergeant says , and not " prisoners " because the latter would enjoy the rights guaranteed by the Geneva Convention ) out of control, literally snarling .
Amy sniffs his colleagues , participate in parties organized by his superiors almost ends up in bed with one of these. But slowly the banal violence and gratuitous administered regularly and without fanfare the prisoners ( the beds without pillows, all the nights with the light on , the showers in public, forced feeding , interrogation random ) the approach to Ali .
The obvious message is an invitation to cultural mediation , both parties to step in the same direction . It is clear that Amy communicates and understands why Ali Ali behaves like a western , that follows patterns of thought and language , and it even tastes, Western ( is distressed because one of the books that are provided there is the last book in the series Harry Potter! ) . This film is much more educational than brave : the choice to use a soft approach to the news and an American icon for guys like narrative center , defines its audience.
Stewart , then that is the reason why the film has found funding , and Moaadi are good , and in particular the ex -Bella Twilight continues to pierce the screen, even outside the fence young adult , demonstrating deserve good scripts and keep standing mediocre ones . Here, among other things , you spend at least three sequences tough : splitting a can of beer in newspapers , he gets a shower of excrement , and just before a pair of spit and a kick in the teeth . It seems in fact to have a great desire to get into the game .
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