lunedì 30 giugno 2014

Robert Pattinson's Interview with Detroit News

         
Il suo nome è Rey, nel modo di apparire, di agire o di parlare non ricorda per niente il vampiro adolescente.

I suoi denti sono storti e ingialliti. I suoi capelli sono tagliati in modo grossolano. E' sporco dalla testa ai piedi, e quando riesce a parlare, borbotta frasi sconnesse, e spesso le ripete senza alcuna buona ragione.

Di certo a poco a che fare con il più bel vampiro del mondo, con i suoi capelli perfettamente acconciati, la pelle scintillante alla Edward Cullen, il protagonista della saga di Twilight. Eppure Rey, un naufrago nel pieno di una caccia all’uomo nel post-apocalittico The Rover, è interpretato con la solita audacia da Robert Pattinson.

"Di solito non vengo scelto per queste parti," ammette Pattinson al telefono da Los Angeles. "Ci sono circa cinque attori che interpretano spesso ruoli bizzarri. Non pensavo di poter arrivare ad essere uno di loro, fino ad ora forse ".

Quanto grande era la voglia di Pattinson di avere la parte? Ha fatto un provino per questa parte. Per ben due volte.

Questo è un ragazzo il cui ultimo film, "Breaking Dawn - Parte 2," ha guadagnato 829 milioni di dollari in tutto il mondo. Ma lui sembra aver capito la necessità di prendere parte al provino.

"Beh, è ​​molto diverso da quello che ho interpretato, per quanto mi riguarda. Non c’era modo di dimostrare davvero che avrei potuto farlo solo discutendone ", dice. "Sarebbe stato un enorme atto di fede".

Pattinson vede nel nervoso e perennemente insicuro Rey una sorta di perdente.

"In un branco di cani c'è sempre uno che accetta totalmente la posizione di beta," dice.

Per aiutarlo a rintracciare la giusta mentalità, il regista David Michod ha consigliato a  Pattinson di guardare il documentario "Bully", che segue le vite di ragazzi che sono costantemente presi di mira. L'attore ha inteso immediatamente.

"La gente ti accusa ripetendoti che c'è qualcosa di sbagliato in te, e lo fa per così tanto tempo che alla fine finisci con il crederci anche tu stesso", dice. "Nessuno si aspetta niente da te, quindi smetti anche di rimuginarci, e finisci con il dipendere da altre persone. Non hai altra scelta. In realtà, l'unica cosa che senti è la paura di tutto".


E’ stato aiutato dal co-protagonista Guy Pearce  che sembra essere una presenza piuttosto imponente.

"Ragazzi, c’è stata una pressione non indifferente per quanto riguarda una scena in particolare. E lui era particolarmente attento in un modo che rischiavi di finire in pezzi.", dice Pattinson. " E’ un po’ come ritrovarsi sotto un cono di luce, e tutti gli occhi sono puntati su di te."

Pattinson ha una certa esperienza con le luci della ribalta. Nato e cresciuto a Londra, ha iniziato a lavorare in un teatro amatoriale all'età di 15 anni. Un agente lo vide e nel 2005 interpretò una piccola parte in "Harry Potter e il Calice di Fuoco".

Nel 2008 poi fu scelto per interpretare Edward Cullen nella serie di "Twilight". Cinque film e innumerevoli riviste e tabloid dopo, il franchise si è concluso l'anno scorso con "Breaking Dawn - Parte 2," dopo aver guadagnato più di $ 3,3 miliardi.

Pattinson ha saputo adattarsi ai riflettori nel corso degli anni, e in questi giorni si è avventurato fuori(per la promozione del film).

“ Si tratta di ragionare su che cosa puoi sopportare in quel dato giorno. Se voglio uscire a guardare un film con gli amici, di certo mi scatteranno un sacco di fotografie, "dice. "A volte t’importa poco e lasci correre, altre volte non voglio essere disturbato per non affrontare lo stress che ne deriva. Ma ho di certo trovato un modo più equilibrato di vivere rispetto a quattro anni fa. "

Oltre alla celebrità, Twilight ha dato a Pattinson una grande visibilità  nel mondo del cinema,che gli ha permesso di lavorare con personaggi illustri. Ha infatti girato Cosmopolis del regista David Cronenberg nel 2012 e l’attuale Maps to the Stars. Ha interpretato T.E. Lawrence nel film diretto da Werner Herzog, Queen of the Desert, con Nicole Kidman e James Franco, e tra i suoi prossimi progetti spicca “Idol’s Eye,” con Robert De Niro e Rachel Weisz, progetto che sta per partire.

Pattinson ha detto che Twilight lo ha aiutato nei rapporti con i suoi coetanei ma non lo ha reso più sicuro di sé stesso. " Nell’ambito dell’industria cinematografica , un sacco di gente con cui lavoro, non aveva mai visto Twilight, ma poi ecco che Werner Herzog dice di amare Twilight. ", dice. "Penso che questo film mi abbia aiutato in molti modi. Tu devi solo capire in che modo muoverti dopo, come cavalcare l’onda."

E vuole continuare a cavalcare quell'onda, inseguendo la grande recitazione.

“ Penso di essere stato relativamente timido quando ero più giovane. Per certi versi lo sono ancora. E' bello saper sfidare se stessi, soprattutto per quanto riguarda le grandi scene emozionali e spingendo i limiti quando c’è qualcosa che non sei  capace di fare. Essere in grado di sfidare te stesso in quel modo, è abbastanza entusiasmante ", dice Pattinson.

"Soprattutto quando si passa il segno", aggiunge. "Potrebbe essere la cosa peggiore mai vista."

His name is Rey and he does not look, talk or act like anybody’s idea of a teen heartthrob.

His teeth are crooked and foul. His hair is a bad bowl-buzzcut. He’s dirty from head to toe, and when he manages to speak, he mumbles disjointed sentences, often repeating them for no good reason.

He certainly bears little resemblance to the world’s most handsome vampire, the perfectly coiffed, sparkly skinned Edward Cullen, hero of the “Twilight” franchise. And yet Rey, the train-wreck at the center of the post-apocalyptic manhunt “The Rover,” is indeed played by the usually dashing Robert Pattinson.

“I generally don’t get picked for these parts,” Pattinson admits on the phone from L.A.“There’s about five actors who seem to have a lock on the weirdos. I’ve never really been perceived to be one of them — up until now maybe.”

How badly did Pattinson want the part? He auditioned for it. Twice.

Understand, this is a guy whose last movie, “Breaking Dawn — Part 2,” earned $829 million worldwide.

But he understood the need for an audition.

“Well, it’s very different from who I am, personally. There’s no way of really proving that I could have done it by just talking about it,” he says. “It would have been a giant leap of faith.”

Pattinson, 28, saw the jittery, perpetually insecure Rey as a literal underdog.

“In a pack of dogs there’s always one who will completely accept the beta position,” he says.

To help him find the right mindset, director David Michod had Pattinson watch the documentary “Bully,” which follows the lives of kids who are constantly picked on. The actor understood right away.

“People have been accusing you of having something wrong with you for so long that you believe it,” he says. “No one’s expecting anything from you, you stop thinking, you’re a dependent. You don’t have any choice. Really, the only thing he feels is fear of everything.”

It helped that co-star Guy Pearce happens to be a fairly imposing presence.

“Guy’s just got this constant pressure on you in a scene. And he’s got such a singular focus that you kind of end up just falling to pieces,” 
Pattinson says. “It’s like you’ve got a laser beam on you.”

Pattinson certainly has experience with bright lights. Born and raised in London, he started working in amateur theater at age 15. An agent spotted him there and by 2005 he had landed a small part in “Harry Potter and the Goblet of Fire.”

By 2008 he’d been chosen to play Edward Cullen in the “Twilight” series. Five movies and countless magazine and tabloid covers later, the franchise concluded last year with “Breaking Dawn — Part 2,” having earned more than $3.3 billion.

Pattinson has learned to adapt to the spotlight over the years, and he even ventures out into public on occasion these days.

“You sort of weigh up what you want your day to be. If you say my friends are going to a movie or whatever and if you go you’re probably going to get a bunch of photographs taken of you,” he says. “Sometimes you’re cool with it, other times I don’t want to be bothered to deal with the stress of it. But I’ve definitely figured out a more balanced way to live than four years ago.”

Along with celebrity, “Twilight” brought Pattinson high visibility within the film world, and he’s been working with some of the most respected people around. He did “Cosmopolis” with director David Cronenberg in 2012 and stars in Cronenberg’s upcoming “Maps to the Stars.” He’s playing T.E. Lawrence in director Werner Herzog’s “Queen of the Desert,” alongside Nicole Kidman and James Franco, and has “Idol’s Eye,” with Robert De Niro and Rachel Weisz, coming up.

Pattinson says “Twilight” probably gave him a boost with his peers, but he’s not sure how much of one. “Within the industry, lots of people I work with, none of them have seen ‘Twilight’ — but then Werner Herzog loves ‘Twilight’!” he says. “I think it’s helped me out in a lot of ways. You have to kind of figure out how to ride the wave afterward.”

And he wants to keep riding that wave, chasing the acting high.

“I guess I was a relatively shy person when I was younger. I still am kind of. It’s nice to challenge yourself, especially in big emotional scenes with a part you’re not capable of doing. To be able to challenge yourself in that way, it’s quite exhilarating,” Pattinson says.

“Especially when it goes right,” he adds. “It could be the worst thing ever.”

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